Fisioterapia
Tendinite alla spalla
La tendinite alla spalla si verifica quando uno o più tendini della cuffia dei rotatori o il tendine del capo lungo del bicipite brachiale si infiammano. Si tratta di una condizione tipica di chi pratica sport come il nuoto o il tennis, che sfruttano ampiamente le spalle per compiere determinati movimenti, e le cause possono essere diverse e numerose.
Solitamente, la tendinite alla spalla viene trattata con rimedi conservativi, mentre la chirurgia è riservata solo a casi specifici che presentano, per esempio, un’infiammazione provocata dalla lacerazione di un tendine.
Quali sono le cause della tendinite alla spalla?
All’origine della tendinite alla spalla possono esserci diverse cause. Nella maggior parte dei casi, è possibile ricondurre queste cause a:
- sovraccarico funzionale dell’articolazione gleno-omerale;
- calcificazione dei tendini articolari;
- lacerazione parziale o totale di un tendine;
- schiacciamento del tendine del muscolo sopraspinato.
Non solo, perché a queste cause principali possono accompagnarsi ulteriori fattori di rischio:
- età;
- ripetizione continua e prolungata di movimenti errati compiuti con l’articolazione gleno-omerale della spalla;
- dormire sempre sullo stesso fianco, assumendo magari una posizione poco consona alla salute dell’articolazione gleno-omerale della spalla;
- praticare sport come nuoto, tennis o baseball, che richiedono una notevole sollecitazione motoria dell’articolazione gleno-omerale;
- svolgere attività lavorative che comportano il sollevamento di ingenti pesi o di tenere le braccia distese in avanti (come il manovale o il carpentiere);
- subire un trauma alla spalla.
Quali sono i sintomi e le eventuali complicazioni della tendinite alla spalla?
Quando si verifica una tendinite alla spalla, il quadro sintomatologico è abbastanza ampio, tanto che spesso è possibile risalire alla condizione solo dopo accurata visita medica. Tra i sintomi principali rientrano:
- dolore alla spalla durante il movimento, in particolare quando si compie una flessione o un’abduzione dell’articolazione gleno-omerale;
- gonfiore nella parte laterale o anteriore della spalla;
- dolore alla spalla in occasione di intrarotazione o extrarotazione del braccio;
- fitte improvvise e molto dolorose alla spalla quando si abbassa o si eleva il braccio;
- movimenti rumorosi della spalla;
- rigidità articolare della spalla;
- dolore alla spalla talmente intenso da ostacolare il sonno;
- perdita di mobilità e forza da parte del braccio relativo alla spalla interessata.
La tendinite alla spalla necessita di un intervento tempestivo e mirato, volto non solo ad alleviare il dolore, ma anche e soprattutto a impedire l’insorgenza di eventuali complicazioni. Più tempo passa e più, infatti, lo stato infiammatorio si aggrava; più l’infiammazione si acuisce e più la sintomatologia peggiora. Inoltre, una tendinite alla spalla eccessivamente trascurata è indubbiamente più difficile da curare.
Come si diagnostica la tendinite alla spalla?
Per ottenere la diagnosi di tendinite alla spalla è necessario rivolgersi a medici specialisti, come i fisioterapisti del Poliambulatorio D’Arpa di Palermo, che partono sempre da un’anamnesi accurata per ottenere il maggior numero di informazioni utili. Segue l’esame obiettivo, che consente al medico di individuare la sintomatologia e capire quali siano i movimenti che causano maggiore sofferenza al paziente.
Successivamente, si rivela sempre molto utile ricorrere a esami diagnostici come l’ecografia, la radiografia e la risonanza magnetica nucleare alla spalla, con i quali è possibile rilevare quali strutture tendinee siano irritate, infiammate ed eventualmente lacerate.
Come si cura la tendinite alla spalla?
Quando si ha a che fare con una tendinite alla spalla, di solito i medici danno la precedenza a trattamenti di tipo conservativo, riservando la chirurgia solo per i casi più gravi che non rispondono alle terapie iniziali.
Il trattamento conservativo per la tendinite alla spalla prevede interventi non invasivi, che il paziente può eseguire anche in casa propria in totale autonomia:
- riposo funzionale, cioè l’astensione da tutti quei movimenti che provocano dolore alla spalla, particolarmente utile e consigliato soprattutto nella prima fase del trattamento, quando il dolore è più acuto;
- applicazione di ghiaccio sulla zona interessata, dato che la crioterapia ha azione antinfiammatoria, almeno 4-5 volte al giorno e per almeno 15-20 minuti consecutivi;
- assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o, in alternativa, iniezioni di corticosteroidi.
Nel trattamento conservativo è coinvolta anche la fisioterapia, che ricopre un ruolo determinante nel recupero a seguito di una tendinite alla spalla. Il fisioterapista, nello specifico, suggerisce esercizi mirati al rinforzo e al ripristino della mobilità dell’articolazione gleno-omerale e di tutti i muscoli collegati.
In alcuni casi, la fisioterapia può avvalersi di alcune terapie strumentali utili non solo per alleviare il dolore, ma anche per accelerare il processo di guarigione: tra queste rientrano gli ultrasuoni, la ionoforesi, la tecarterapia e la TENS.
In merito a questo, presso il Centro Medico Convenzionato D’Arpa, i fisioterapisti utilizzano la CHELT Therapy, una tecnica a supporto di laserterapia e crioterapia. In pratica, il dispositivo CHELT è appositamente progettato per produrre riscaldamento topico con l’obiettivo di aumentare la temperatura dei tessuti e, di conseguenza, di alleviare i dolori muscolari e articolari, gli spasmi muscolari e la rigidità articolare. Nel frattempo, la terapia favorisce il rilassamento muscolare e aumenta, anche se temporaneamente, la circolazione sanguigna locale.
La CHELT Therapy si rivela estremamente efficace nel trattamento della tendinite alla spalla anche perché è altamente personalizzabile: il fisioterapista può, infatti, cambiare le impostazioni di potenza e lunghezza d’onda, fino a 90W di potenza effettiva, in base alla tipologia da trattare e alle esigenze del singolo paziente.
Nel caso in cui il paziente non dovesse rispondere positivamente al trattamento conservativo, allora si rivela necessario ricorrere all’intervento chirurgico che, solitamente, consiste in un’operazione di artroscopia della spalla.
L’artroscopia è una tecnica chirurgica mininvasiva, appositamente ideata per l’osservazione delle articolazioni e per la loro eventuale riparazione; in pratica, prevede un massimo di 2-3 incisioni cutanee a livello dell’area interessata e l’uso di uno strumento specifico (l’artroscopio) dotato di luce e telecamera.
Durante l’intervento, il chirurgo fa passare l’artroscopio attraverso le incisioni praticate e raggiunge l’articolazione gleno-omerale per riparare i tendini danneggiati, o per ripulirli dalle calcificazioni.
A seguito di un’artroscopia della spalla, il paziente deve obbligatoriamente osservare un periodo di riposo iniziale, per poi intraprendere uno specifico programma di riabilitazione post-operatoria della durata di qualche settimana. La buona riuscita dell’intervento dipende sia dalle capacità del chirurgo, sia dalle attenzioni prestate dal paziente nel post-intervento: solo attenendosi alle indicazioni fornite, infatti, può assicurare alla spalla appena operata una guarigione veloce e, soprattutto, completa.