Fisioterapia
Diadinamica
Tra i motivi principali che spingono un paziente a rivolgersi a un fisioterapista rientrano i dolori muscolari e articolari, che possono insorgere a seguito di traumi, sforzi, sovraccarichi o patologie pregresse.
Il fisioterapista può intervenire mettendo in pratica diverse tecniche, in particolare quelle di fisioterapia antalgica e, quindi, mirata ad alleviare il dolore; tra queste rientra la diadinamica, un metodo che si basa sull’uso di una macchina con corrente dinamica a bassa frequenza.
Le correnti diadinamiche vengono sfruttate anche anche da altre tecniche, come la ionoforesi, il massaggio elettronico, gli ultrasuoni, la tens terapia, la magnetoterapia e la laserterapia.
Cosa sono le correnti diadinamiche?
Le correnti diadinamiche consistono in correnti unidirezionali a bassa frequenza, precisamente compresa tra i 50 e i 100 Hz, che hanno origine dalla sovrapposizione di due correnti sinusoidali in opposizione di fase e con soppressione delle fasi aventi lo stesso segno.
Le correnti diadinamiche hanno azione antalgica, trofica ed eccitomotoria e si applicano sulla zona del corpo da trattare tramite due elettrodi appositamente posizionati.
Tipi di correnti diadinamiche
Esistono vari tipi di correnti diadinamiche, che vengono scelte e applicate in base al trattamento da eseguire e all’obiettivo da raggiungere:
- corrente MF: è la corrente monofase fissa. Sia l’impulso, che la pausa durano 10 ms e la frequenza è pari a 50 Hz. Ha la capacità di stimolare il tessuto connettivo e ha effetto antalgico.
- corrente DF: è la corrente difase fissa. Gli impulsi durano 10 ms e si rivela meno fastidiosa rispetto alla corrente MF. Svolge il ruolo di sedativo sul sistema simpatico e ha azione antalgica;
- corrente CP: è la corrente a corto periodo. Alterna 1 secondo di MF con 1 secondo di DF. Ha azione antalgica e antiedemigena;
- corrente LP: è la corrente a lungo periodo. Alterna 10 secondi di MF con 10 secondi di DF. Ha gli stessi effetti fisiologici della corrente CP e, se preceduta dalla corrente DF, ha azione analgesica rapida e persistente;
- corrente RS: è la corrente a ritmo sincopato. Alterna 1 secondo di MF con 1 secondo di pausa.
Ciascuna di queste tipologie di correnti diadinamiche è utile per specifici trattamenti:
- la corrente MF (monofase fissa) è ideale per stimolare la zona interessata;
- la corrente DF (difase fissa) comporta assuefazione alla terapia, quindi regala al paziente un effetto analgesico;
- la corrente CP (a corto periodo) ha azione trofica e stimolante;
- la corrente LP (a lungo periodo) ha effetto decontratturante a livello muscolare;
- la corrente RS (a ritmo sincopato) provoca un’ampia stimolazione muscolare e ha azione analgesica.
L’intensità delle correnti diadinamiche viene calibrata dal fisioterapista, che tiene conto delle sensazioni del paziente: è quest’ultimo, infatti, a segnalare la sua soglia di percezione sia dello stimolo, sia del dolore.
In cosa consiste la terapia diadinamica?
La terapia diadinamica sfrutta, quindi, le correnti diadinamiche; queste ultime transitano tramite due elettrodi, che vengono applicati sulle zone del corpo del paziente da trattare: il primo elettrodo, chiamato “attivo”, viene collocato vicino al punto dolorante, mentre il secondo, detto “passivo”, viene posizionato nell’area circostante.
A questo punto, il fisioterapista avvia il macchinario e invia le correnti diadinamiche attraverso gli elettrodi; il paziente può avvertire sensazioni differenti, che possono somigliare a prurito, formicolio, vibrazione (più o meno intensa) o piccole punture.
Grazie alle correnti diadinamiche è possibile alleviare il dolore, spesso annientandolo completamente, dato che applicano un vero e proprio massaggio localizzato con estrema precisione nel punto dove il paziente avverte dolore.
Optare per la terapia con correnti diadinamiche consente, inoltre, di evitare l’assunzione di farmaci per bocca che non solo non sono localizzati ma, alla lunga, possono anche comportare disturbi all’intestino e/o allo stomaco.
Come si collocano gli elettrodi?
Quando si esegue il trattamento con correnti diadinamiche è fondamentale posizionare correttamente gli elettrodi. La loro collocazione può variare:
- posizione diretta: l’anodo, dalla superficie più piccola, si trova sulle regione dolorosa e il catodo, dalla superficie più grande, viene posizionato a circa 3 centimetri di distanza;
- posizione indiretta: la zona dolorosa si deve trovare tra due elettrodi della stessa dimensione e, in questo caso, la polarità è indifferente;
- posizione sul decorso del nervo: l’anodo deve essere collocato in posizione prossimale o craniale rispetto al catodo, seguendo il criterio della corrente discendente. Nello specifico, il catodo deve essere posizionato sulla zona dolorante;
- posizione sui muscoli: anche in questo caso, gli elettrodi vengono posti secondo il criterio della corrente ascendente o discendente;
- posizione sulla colonna vertebrale: gli elettrodi vengono collocati unilateralmente, in senso verticale, con l’anodo posto in alto, oppure bilateralmente, in senso orizzontale.
A cosa serve la terapia con correnti diadinamiche?
Il trattamento con correnti diadinamiche serve principalmente a sconfiggere il dolore, accelerando eventuali processi di guarigione in corso e consentendo al paziente di compiere anche le attività quotidiane più semplici (come salire/scendere le scale, cucinare, curare la propria igiene personale).
In particolare, la diadinamica si rivela molto efficace nei pazienti che accusano le seguenti problematiche:
- tendinite al gomito, al ginocchio, al polso o alla caviglia;
- algie muscolari;
- artropatie, croniche o acute, molto dolorose;
- gravi traumi articolari.
Più in generale, la terapia con correnti diadinamiche offre un grande aiuto a tutti coloro che desiderano trovare sollievo anche da un dolore meno intenso, accusato a seguito di un trauma o di uno sforzo fisico, senza dover necessariamente ricorrere all’assunzione di farmaci o a interventi (chirurgici o meno) particolari.
Quanto dura una seduta di terapia diadinamica?
Una seduta di terapia con correnti diadinamiche dura, in genere, tra i 10 e i 15 minuti. Le tempistiche possono variare a seconda dell’entità del dolore riportato dal paziente: il fisioterapista, infatti, può modificare l’intensità, la frequenza e/o la durata dell’erogazione delle correnti, anche per evitare che il corpo subisca assuefazione.
Per ottenere risultati evidenti e duraturi, solitamente è necessario sottoporsi a più sedute di trattamento. Tendenzialmente, un ciclo di 10 sedute totali dovrebbe bastare.
La terapia con correnti diadinamiche ha controindicazioni?
Il trattamento con correnti diadinamiche non comporta alcuna controindicazione. La terapia è sicura e non invasiva e chiunque può richiederla. Tuttavia, esistono delle eccezioni:
- pazienti con pacemaker;
- pazienti oncologici;
- donne in gravidanza.
Queste categorie di pazienti dovrebbero astenersi dal sottoporsi a terapia diadinamica o, comunque, devono obbligatoriamente consultare il proprio medico prima di procedere.
Come prepararsi a una seduta di terapia diadinamica?
Il trattamento con correnti diadinamiche non richiede alcuna preparazione specifica. Il paziente deve semplicemente portare con sé la cartella clinica, completa di tutti i risultati degli esami svolti precedentemente.