Fisioterapia
Lesioni dei Legamenti
Tempo di lettura stimato 5,7 min.
I legamenti presenti nel corpo umano consistono in nastri fibrosi composti da bande di fibre di collagene interamente avvolte da una sostanza amorfa, simile a un gel, e dai fibrociti, cioè cellule dalla forma allungata.
I legamenti del ginocchio, nello specifico, sono quattro e hanno il compito di tenere collegate tra loro le tre ossa che formano l’articolazione (cioè femore, tibia e rotula) e di aumentarne la stabilità. Si tratta di:
- legamento collaterale interno e collaterale esterno, posizionati sui due lati del ginocchio, che hanno la funzione di opporsi e controllare le eccessive sollecitazioni del ginocchio in senso laterale;
- legamento crociato anteriore (LCA) e legamento crociato posteriore (LCP), che si incrociano formando una X, posti all’interno dell’articolazione e incaricati di controllare i movimenti del ginocchio dall’avanti all’indietro.
Le lesioni dei legamenti scaturiscono spesso da un trauma, che comporta una rotazione anomala dell’articolazione e la conseguente lesione delle fibre interne. Esistono diversi tipi di lesioni legamentose, che si distinguono per entità, ciascuno dei quali può essere trattato in modo diverso.
Tipologie di lesioni dei legamenti
Le lesioni dei legamenti si distinguono in base allo loro gravità che, a sua volta, è proporzionata all’entità del trauma:
- lesione dei legamenti di I grado: si lesiona solo una piccolissima parte delle fibre interne al legamento, quindi si ha a che fare con lesioni talmente microscopiche che, nella maggior parte dei casi, non verifica alcuna interferenza con la stabilità dell’articolazione;
- lesione dei legamenti di II grado: in questo caso si lesionano molte più fibre, che possono rimanere al di sotto del 50% del totale (lesione di II grado lieve) o al di sopra (lesione di II grado grave). Più sono le fibre danneggiate e maggiore è l’instabilità dell’articolazione;
- lesione dei legamenti di III grado: avviene la rottura completa del legamento in zona centrale, con la separazione dei due monconi, o a livello dell’inserzione legamentosa.
Quali sono le cause delle lesioni dei legamenti?
Se la lesione coinvolge il crociato anteriore, allora la causa è da ricondurre solitamente a un trauma del ginocchio in senso laterale o in senso antero-posteriore, quindi tramite distorsione; se particolarmente intenso, il trauma può anche provocare la rottura di uno o più legamenti dell’articolazione.
Questa è la causa principale, ma all’origine delle lesioni dei legamenti può esserci anche:
- una rotazione verso l’esterno o verso l’interno del ginocchio a seguita di una flessione, che porta il piede a restare fisso al suolo;
- una brusca iperestensione del ginocchio, chiamata “calcio a vuoto”;
- un arresto brusco e repentino in occasione di una corsa a velocità sostenuta;
- un trauma violento causato da incidente stradale.
In particolare, la lesione del legamento crociato è molto diffusa tra gli sportivi, soprattutto tra chi pratica sci, calcio, rugby, pallacanestro, hockey e altri sport che comportano movimenti torsivi improvvisi e violenti, atterraggi e scontri fisici. Ma non solo, perché la lesione del legamento crociato può anche interessare coloro che, dopo un lungo periodo di inattività, decidono di ricominciare con lo sport senza un’adeguata preparazione. Allo stesso modo, anche le persone anziane sono maggiormente esposte alle lesioni del legamento crociato, poiché più soggette cadute accidentali.
Oltre a questo, esistono altri fattori di rischio delle lesioni dei legamenti:
- riscaldamento scorretto o inadeguato dell’apparato muscolo-scheletrico prima di qualsiasi attività fisica;
- terreno sconnesso e/o scivoloso;
- clima molto freddo;
- muscolo quadricipite della coscia molto debole, che non permette di controllare i movimenti fisiologici del ginocchio.
Quali sono i sintomi delle lesioni dei legamenti?
I sintomi delle lesioni dei legamenti sono quelli tipici della distorsione, cioè dolore e gonfiore che, per fortuna, tendono a scomparire nell’arco di un paio di settimane se si osserva il giusto periodo di riposo, si assumono farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e si applica costantemente il ghiaccio.
Al contempo, il paziente può avvertire anche scricchiolio, difficoltà nel muoversi, sensazione di instabilità e un’eccessiva mobilità del ginocchio causata dalla perdita dell’azione di vincolo esercitata proprio dal legamento lesionato.
Come si ottiene la diagnosi di lesioni dei legamenti?
Per ottenere la diagnosi di lesione dei legamenti bisogna rivolgersi a un medico specializzato che, esaminando l’articolazione e avvalendosi di test clinici specifici, è in grado di valutare la lassità antero-posteriore del ginocchio e stabilire quale legamento sia stato colpito dal trauma.
L’indagine strumentale, quindi, permette di individuare la presenza di eventuali fratture o lesioni ossee associate e di portare a una diagnosi certa. Se il medico sospetta la rottura legamentosa consiglia, di solito, l’esecuzione di una TAC o di una RM, entrambe in grado di evidenziare con precisione l’entità e la sede della lesione.
Come si curano le lesioni dei legamenti?
Di norma, le lesioni dei legamenti vengono trattate con rimedi conservativi; questo perché i legamenti, a differenza per esempio dei menischi, sono abbastanza vascolarizzati e possiedono una buona capacità riparativa. Di conseguenza, si ricorre alla chirurgia solo in situazioni particolari come, ad esempio, in caso di lesione del legamento crociato anteriore che non guarisce mai spontaneamente.
Per il resto, invece, si mette in pratica il cosiddetto protocollo PRICE:
- protection – protezione, tramite l’applicazione di tutori che prevengono la rottura totale del legamento e il peggioramento della condizione;
- rest – riposo, inteso come astensione da tutti quei movimenti che causano dolore o che possono aggravare la situazione;
- ice – ghiaccio, da applicare più volte nel corso della giornata per almeno 15-20 minuti con l’obiettivo di alleviare il dolore, ridurre il gonfiore e lenire l’infiammazione;
- compression – compressione, attraverso bendaggi funzionali che impediscono l’insorgenza di complicanze e favorire una migliore riparazione dei tessuti;
- elevation – sollevamento, cioè portando l’arto interessato a un’altezza superiore rispetto a quella del cuore per favorire il drenaggio dei liquidi e, quindi, ridurre il gonfiore.
Lesioni dei legamenti e riabilitazione
I pazienti che hanno subìto una lesione dei legamenti devono necessariamente intraprendere un percorso di riabilitazione sotto la supervisione di un fisioterapista che, tramite tecniche manuali e strumentali, può favorire e accelerare il processo di guarigione del legamento lesionato. I tempi di recupero, infatti, sono piuttosto lunghi: si parla di 4-6 settimane per le lesioni moderate e di oltre 6 mesi per le rotture totali dei legamenti trattate con intervento chirurgico.
In particolare, il fisioterapista esegue le dovute sollecitazioni meccaniche per promuovere il corretto allineamento delle fibre neoformate, proponendo esercizi e movimenti volti alla stimolazione della guarigione del tessuto ancora debole e fragile. Al contempo, può eseguire specifici massaggi per prevenire la formazione di aderenze e cicatrici.
Superata la fase critica, cioè quella più dolorosa, il fisioterapista può finalmente elaborare un programma di esercizi progressivi che migliorino non solo la forza e la resistenza, ma anche la propriocettività con l’obiettivo di ripristinare le funzioni stabilizzanti del legamento e far sì che il paziente possa tornare alla vita di sempre nel più breve tempo possibile.
Articoli correlati