Capsulite adesiva o spalla congelata come riconoscerlo

Fisioterapia

Capsulite adesiva o spalla congelata

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La capsulite adesiva, conosciuta anche come spalla congelata, consiste in una condizione dolorosa a carico dell’articolazione. Le sue cause non sono ancora del tutto chiare, tanto che si manifesta spesso senza alcuna causa apparente, e quando insorge comporta sintomi come dolore, rigidità articolare e difficoltà nei movimenti.

Nello specifico, la capsulite adesiva colpisce la capsula – appunto – che circonda l’articolazione della spalla generando un ispessimento e cicatrizzando i tessuti che la compongono. La capsula articolare è, infatti, un insieme di tessuto connettivo molto denso che avvolge l’articolazione stabilizzando e dando sostegno ai suoi due capi ossei.

Se in condizioni normali la spalla è in grado di compiere una vasta gamma di movimenti, in presenza di capsulite adesiva la capsula che la avvolge diventa rigida, forma delle adesioni e comporta perdita di elasticità e compromissione di alcune strutture anatomiche.

In particolare, i pazienti affetti da spalla congelata hanno difficoltà nel compiere movimenti sia attivi, sia passivi, quindi la limitazione è presente non solo quando compiono movimenti autonomamente, ma anche quando è il medico a muovere l’articolazione.

Ed è proprio la riduzione del movimento passivo che permette di distinguere la capsulite adesiva da altre patologie della spalla, come la lesione della cuffia dei rotatori. I sintomi, infatti, sono spesso confusi con quelli provocati dalla tendinopatia calcifica, dall’artrite, dalla tendinite o, appunto, dalla rottura della cuffia dei rotatori. Ecco perché l’anamnesi e l’esame obiettivo sono fondamentali per ottenere una diagnosi certa e accurata.

Quali sono le cause della capsulite adesiva (o spalla congelata)?

Come accennato, al momento non sono chiare le cause della capsulite adesiva che, nella maggior parte dei casi, si manifesta senza alcuna causa apparente. Può capitare che la condizione di sviluppi a seguito di una ferita di natura traumatica a carico della spalla, ma è comunque un caso poco diffuso.

Tuttavia, dalle anamnesi compiute sui pazienti che soffrono di questa condizione emergono diversi fattori di rischio:

  • età, dato che la capsulite adesiva si sviluppa con più frequenza in pazienti con un’età compresa tra i 40 e i 60 anni;
  • sesso, poiché la spalla congelata colpisce prevalentemente le donne rispetto agli uomii;
  • malattie pregresse come diabete e disfunzioni tiroidee, che espongono maggiormente i pazienti affetti alla capsulite adesiva;
  • malattie sistemiche come il morbo di Parkinson, l’ipercolesterolemia e l’artrite, che aumentano il rischio di sviluppare la spalla congelata;
  • episodi precedenti di dolore e/o immobilità alla spalla, quindi lesioni che possono predisporre l’articolazione alla capsulite adesiva.

Quali sono i sintomi della capsulite adesiva (o spalla congelata)?

La capsulite adesiva, o spalla congelata, comporta una serie di sintomi che possono aiutare il medico a ottenere facilmente una diagnosi. Il sintomo prevalente è la limitazione del movimento, associato quasi sempre a dolore. Dato che questa sintomatologia è comune con altre patologie, è opportuno rivolgersi a un medico soprattutto quando si avvertono:

  • limitazione del movimento della spalla, che colpisce tendenzialmente l’arto dominante e solo nel 10% dei casi entrambi gli arti;
  • dolore alla spalla, di solito acuto e intenso e spesso associato a dolore e gonfiore localizzato nella parte superiore esterna della spalla;
  • dolore e impossibilità di eseguire normali gesti quotidiani, come allacciarsi le scarpe o spazzolarsi i capelli;
  • dolore più acuto durante la notte, soprattutto se ci si addormenta sul fianco corrispondente alla spalla interessata.

I sintomi riportati e l’evoluzione della condizione possono essere distinti in 3 fasi ben precise:

  • fase di raffreddamento, quella iniziale e più dolorosa che dura circa 6-12 settimane; il dolore aumenta con il passare dei giorni e, di conseguenza, il movimento diventa sempre più limitato. In questa fase la spalla conserva, comunque, buona parte della sua mobilità;
  • fase di congelamento, che dura circa 4-6 mesi, durante la quale aumenta la rigidità articolare e il dolore tende ad alleviarsi;
  • fase di scongelamento, che può durare anche oltre 1 anno, caratterizzata da un miglioramento generale della condizione.

Come si diagnostica la capsulite adesiva (o spalla congelata)?

Per ottenere la diagnosi di capsulite adesiva o spalla congelata è necessario che il paziente si sottoponga a un’accurata anamnesi e a un esame obiettivo approfondito. Subito dopo, è il medico stesso a decidere se occorre procedere con test diagnostici per accertare che non siano presenti lesioni specifiche o patologie in corso come l’artrosi.

Difficilmente viene prescritta la risonanza magnetica, più indicata per la diagnosi della rottura della cuffia dei rotatori, mentre gli esami del sangue possono essere utili per confermare o escludere la presenza di malattie predisponenti come diabete, ipercolesterolemia e disfunzioni tiroidee.

Come si cura la capsulite adesiva (o spalla congelata)?

Il trattamento della spalla congelata o capsulite adesiva ha due importanti obiettivi finali: alleviare il dolore e riacquistare la mobilità articolare persa. Non è raro che il paziente trovi subito beneficio dalla riabilitazione fisioterapica e che riesca a muovere con molta più facilità la spalla nell’arco di poche settimane.

Per ottenere miglioramenti significativi è opportuno:

  • eseguire esercizi di allungamento e mobilizzazione, che permettono di favorire il movimento della spalla e limitare la perdita di tessuto muscolare. Bisogna eseguirli almeno 3 volte al giorno, senza compiere sforzi eccessivi e, almeno inizialmente,  consigliata la supervisione di un fisioterapista esperto;
  • mantenere l’articolazione al caldo, in modo da ridurre il blocco articolare attraverso la vasodilatazione locale. In questo caso, può essere utile procedere con l’applicazione di calore umido (fanghi, bagni, paraffina) per almeno 10 minuti prima di compiere gli esercizi di allungamento;
  • sottoporsi a terapie fisioterapiche strumentali, come laserterapia, ultrasuoni e tens terapia che permettono di velocizzare la guarigione e i tempi di recupero;
  • fare iniezioni locali di cortisone, un farmaco molto utile per alleviare il dolore iniziale, talvolta insopportabile.

É opportuno sottolineare che durante tutto il periodo riabilitativo bisogna evitare di compiere movimenti bruschi e impegnativi, come il sollevamento di oggetti pesanti con il braccio coinvolto. Inoltre, la terapia fisica è fondamentale soprattutto nel corso della fase di congelamento, quando cioè l’articolazione è maggiormente instabile.

Se si seguono questi accorgimenti e ci si rivolge a un fisioterapia esperto, è possibile guarire anche piuttosto velocemente dalla spalla congelata e riacquistare – più o meno del tutto – le funzionalità dell’articolazione nell’arco di 1 anno.

Tuttavia, può capitare che nonostante l’impegno e la costanza, il trattamento conservativo non porti risultati soddisfacenti; in tal caso, è necessario ricorrere all’intervento chirurgico che può essere eseguito tramite:

  • manipolazione sotto anestesia, con l’obiettivo di rompere le adesioni che causano la capsulite adesiva. Questa manovra può, però, essere potenzialmente dannosa poiché potrebbe provocare fratture omerali e lesioni tendinee;
  • tecnica di rilascio capsulare, da eseguire in artroscopia. Subito dopo, il paziente deve immediatamente iniziare un programma di micro-mobilizzazione passiva associato a terapia fisica, in modo da evitare che l’immobilizzazione forzata favorisca la ricomparsa della patologia.

In presenza di capsulite adesiva o spalla congelata la fisioterapia è indispensabile: rivolgersi a fisioterapisti esperti e specializzati è, quindi, il passo fondamentale da compiere per ottenere miglioramenti immediati e far sì che non si presenti alcuna recidiva.

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