
Fisioterapia
Sindrome da conflitto subacromiale: cause, sintomi e fisioterapia
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La sindrome da conflitto (o impingement) subacromiale è tra le principali cause di dolore alla spalla. Si tratta di una condizione patologica strettamente correlata a un’alterazione funzionale e/o anatomica della cuffia dei muscoli rotatori: i loro tendini passano attraverso uno spazio ristretto che, se si restringe ulteriormente, comprime i tendini stessi e causa dolore alla spalla.
In genere, il trattamento della sindrome da conflitto subacromiale è di tipo conservativo, quindi associa il riposo e la terapia farmacologica alla fisioterapia, eseguita da professionisti come i fisioterapisti di Fisioterapia D’Arpa di Palermo; tuttavia, nei casi più gravi potrebbe essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico al quale, comunque, segue sempre la riabilitazione fisioterapica.
Quali sono le cause della sindrome da conflitto subacromiale?
La causa principale della sindrome da conflitto subacromiale è lo squilibrio dei muscoli della cuffia dei rotatori, che fanno compiere alla spalla un movimento anomalo perdendo la loro funzione di stabilizzatori. Ma non solo, perché tra le cause rientrano anche un danno all’articolazione della spalla o un sovraccarico funzionale dell’arto superiore.
Oltre queste cause principali, esistono ulteriori condizioni che possono contribuire all’insorgenza della sindrome da conflitto subacromiale:
- borsite della cuffia dei rotatori;
- tenosinovite o, comunque, infiammazione dei tendini della cuffia dei rotatori;
- traumi diretti;
- lesioni o degenerazioni dei tendini della cuffia dei rotatori;
- artrosi dell’articolazione acromion-clavicolare;
- instabilità della spalla;
- tendinite calcifica;
- rottura parziale o totale dei tendini della cuffia dei rotatori.
In genere, la sindrome da conflitto subacromiale colpisce prevalentemente soggetti con un’età superiore ai 50 anni, che svolgono attività lavorative manuali o praticano sport che prevedono il sollevamento delle braccia al di sopra della testa.
Quali sono i sintomi della sindrome da conflitto subacromiale?
Quando insorge, la sindrome da conflitto subacromiale presenta una sintomatologia variabile, che comprende:
- dolore alla spalla;
- limitazione del movimento dell’arto coinvolto;
- impotenza funzionale;
- rigidità articolare;
- indebolimento del braccio;
- riduzione della forza e del tono muscolare, che può comportare ipotonia muscolare e atrofia muscolo-tendinea;
- formicolio;
- senso di intorpidimento;
- sensazione di calore alla spalla;
- dolore al collo.
Più nello specifico, il dolore alla spalla tende ad aumentare gradualmente, al punto da rendere difficoltosi anche i movimenti più semplici. La sindrome da conflitto subacromiale non va, pertanto, sottovalutata; alla lunga può, infatti, portare alla graduale degenerazione del tendine fino alla sua lacerazione.
Come si diagnostica la sindrome da conflitto subacromiale?
La diagnosi della sindrome da conflitto subacromiale parte sempre da un’accurata anamnesi: il medico pone domande specifiche al paziente in merito ai sintomi, alla sua storia clinica e alle attività lavorative e sportive che potrebbero essere la causa del dolore.
Successivamente, si passa a un attento esame obiettivo della spalla: il medico mette a confronto le due spalle, identifica la sede del dolore e lo provoca proprio per confermare la sindrome da conflitto subacromiale.
Per ottenere una diagnosi completa, il medico può richiedere alcuni esami strumentali come TAC, risonanza magnetica e/o ecografia. In base ai risultati ottenuti è, quindi, possibile stabilire il trattamento terapeutico più indicato ed efficace.
Come si cura la sindrome da conflitto subacromiale?
Il trattamento conservativo è la prima scelta in caso di sindrome da conflitto subacromiale, perché in assenza di gravi danni strutturali si rivela adeguatamente efficace. I principali obiettivi del trattamento sono l’eliminazione del dolore e il ripristino della funzionalità articolare quindi, per prima cosa, si parte con l’educazione del paziente, che viene messo a conoscenza della sua condizione e del programma di riabilitazione che dovrà seguire.
Il ruolo del fisioterapista, in questa fase, è a dir poco fondamentale: così come avviene presso il Poliambulatorio di Fisioterapia D’Arpa di Palermo, i terapisti mettono in atto specifiche tecniche di terapia manuale (come mobilizzazioni e manipolazioni miofasciali) per alleviare il dolore, aumentare la flessibilità dei tessuti molli, migliorare la mobilità articolare e ripristinare la funzionalità della spalla.
Gradualmente, quindi, la fisioterapia aiuta il paziente a recuperare tutti i movimenti che è possibile compiere con la spalla e, al contempo, evita il ricorso all’intervento chirurgico garantendo comunque ottimi risultati.
In particolare, gli esercizi proposti puntano a:
- ridurre il dolore;
- promuovere la guarigione;
- recuperare gli equilibri muscolari;
- ripristinare la mobilità articolare;
- migliorare forza, stabilità e coordinazione dell’arto coinvolto.
Inizialmente, gli esercizi vengono svolti sotto la supervisione del fisioterapista con cadenza regolare. Successivamente, il paziente può eseguire gli esercizi in casa, in totale autonomia, continuando però a seguire le indicazioni fornite dal fisioterapista.
Al contempo, è possibile assumere FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) come l’ibuprofene per alleviare il dolore e favorire il processo di guarigione. Le infiltrazioni di corticosteroidi, invece, sono indicate quando il dolore è totalmente invalidante è quasi impossibile gestirlo; l’importante è somministrare dosi adeguate e, soprattutto, per un periodo di tempo limitato, per evitare spiacevoli effetti indesiderati.
Se il trattamento conservativo non porta alcun risultato o miglioramento, o se la sindrome da conflitto subacromiale si rivela più complessa di quanto si potesse immaginare, allora è opportuno prendere in considerazione l’intervento chirurgico. Le tecniche disponibili sono tante, ma spetta al chirurgo scegliere la più adatta alle condizioni del singolo paziente.
Subito dopo l’operazione, la riabilitazione post-chirurgica è indispensabile: così come suggerito dai professionisti di Fisioterapia D’Arpa di Palermo, la terapia fisica è fondamentale per imparare a gestire il dolore e recuperare la piena mobilità, ripristinare la forza e la funzionalità dell’arto superiore e, ovviamente, tornare alla vita di sempre nel minor tempo possibile.
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