
Fisioterapia
Sindrome del tunnel tarsale: cause, sintomi e trattamenti fisioterapici
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Se in molti conoscono la sindrome del tunnel carpale, a carico del polso, la sindrome del tunnel tarsale è decisamente meno nota e meno comune. Si tratta di una condizione chiamata anche nevralgia del nervo tibiale posteriore e consiste in una neuropatia da intrappolamento collegata alla compressione delle strutture interne del tunnel tarsale.
Nonostante sia poco nota, la sindrome del tunnel tarsale può verificarsi in numerose occasioni e, per fortuna, può essere trattata con rimedi conservativi e tecniche fisioterapiche. I nostri fisioterapisti, che operano ogni giorno presso il Poliambulatorio D’Arpa di Palermo, sono in grado di analizzare ogni singolo caso e trovare la terapia più indicata per una guarigione veloce e ottimale.
Quali sono le cause della sindrome del tunnel tarsale?
La sindrome del tunnel tarsale è una condizione piuttosto rara, quindi difficile da diagnosticare. Le stime indicano che sia più diffusa tra le donne, indipendentemente dall’età, e può avere origini estrinseche o intrinseche. Nel primo gruppo rientrano le seguenti cause:
- scarpe inadeguate;
- anomalie anatomo-biomeccaniche;
- traumi;
- malattie sistemiche;
- cicatrici post-chirurgia;
- diabete;
- infiammazioni generalizzate delle articolazioni;
- gonfiore generalizzato degli arti inferiori.
Le cause intrinseche, invece, comprendono:
- tenosinovite;
- tendinite;
- osteofiti;
- fibrosi perineurale;
- lesioni che provocano lipomi, neoplasie, neuromi, vene varicose o ingrossate;
- insufficienza arteriosa.
Qualunque sia la causa scatenante, ciò che avviene nel concreto è una compressione del nervo tibiale posteriore.
Quali sono i sintomi della sindrome del tunnel tarsale?
Il principale sintomo della sindrome del tunnel tarsale è il dolore, che coinvolge la parte sopra il tunnel per estendersi a tutta la pianta del piede. Il quadro sintomatologico, poi, può anche comprendere:
- intorpidimento della superficie del piede;
- dolore lancinante al piede:
- dolore che si estende lungo tutto il nervo;
- sensazione di formicolio e/o bruciore.
In genere, i sintomi tendono a peggiorare durante la notte, quando si cammina o si sta in piedi o subito dopo aver compiuto attività fisica. Con il riposo, invece, il dolore si allevia.
Alla comparsa di uno o più sintomi appena elencati, è opportuno rivolgersi a uno specialista per eseguire una diagnosi corretta e iniziare quanto prima un trattamento adeguato.
Come si diagnostica la sindrome del tunnel tarsale?
La diagnosi di sindrome del tunnel tarsale si esegue tramite un’anamnesi dettagliata e un esame obiettivo accurato, durante il quale è possibile rilevare la presenza di piede valgo, piatto o equinovaro.
Se questo non basta, è possibile ricorrere alla diagnostica per immagini. Nello specifico:
- radiografia a piede e caviglia;
- ecografia;
- risonanza magnetica, che permette di risalire alle possibili cause;
- elettromiografia, utile per individuare eventuali anomalie.
Il ricorso alla diagnostica per immagini è di supporto non solo per approfondire la condizione del paziente, ma anche per compiere una diagnosi differenziale con tutte le altre problematiche che possono colpire piede e caviglia, come:
- sindrome compartimentale;
- tendinite di Achille;
- fascite plantare;
- speroni calcarei;
- artrosi delle articolazioni del piede;
- claudicatio intermittens neurogena;
- metatarsalgia di Morton;
- borsite retrocalcaneare.
Ottenuta una diagnosi certa, è finalmente possibile pianificare il percorso terapeutico volto alla guarigione.
Come si cura la sindrome del tunnel tarsale?
Le difficoltà diagnostiche della sindrome del tunnel tarsale si riversano nel trattamento terapeutico, spesso impegnativo e complicato. In un primo momento, in ogni caso, l’obiettivo è di ridurre il dolore, l’infiammazione e lo stress dei tessuti, in modo che il paziente possa riappropriarsi di una certa funzionalità.
A tal proposito, il trattamento di prima scelta è quello conservativo, che prevede:
- l’applicazione di ghiaccio, più volte al giorno, per alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione;
- l’uso di farmaci topici, quindi in crema, come la lidocaina (un anestetico locale);
- l’assunzione di farmaci per via orale, come paracetamolo e FANS;
- l’uso di farmaci antidolorifici specifici per il dolore neuropatico;
- le infiltrazioni di corticosteroidi direttamente nel tunnel tarsale, per ridurre il gonfiore.
Al contempo la fisioterapia gioca un ruolo fondamentale. I nostri fisioterapisti, nel trattamento della sindrome del tunnel tarsale, prevedono innanzitutto approcci volti a contrastare l’infiammazione avvalendosi di speciali macchinari come:
- laser YAG;
- tecarterapia;
- crio-ultrasonoterapia.
Successivamente, i nostri fisioterapisti si concentrano sul ripristino della corretta funzionalità del piede mettendo in atto:
- tecniche di terapia manuale;
- esercizi di rinforzo muscolare della gamba e della caviglia;
- esercizi di rieducazione allo schema del passo;
- stretching dei muscoli posteriori dell’arto inferiore;
- linfodrenaggio, se il gonfiore persiste.
In genere, gli esercizi proposti sono totalmente incentrati sul recupero del corretto movimento del piede; di conseguenza, coinvolgono tutta la sua muscolatura, in particolare quella del polpaccio. Ecco qualche esempio:
- esercizi di flessione plantare e dorsale del piede;
- esercizi in carico sia statici, che dinamici;
- movimenti laterali del piede;
- esercizi propriocettivi;
- esercizi di allenamento al corretto schema del passo;
- esercizi di allenamento dell’equilibrio.
Tutti gli esercizi appena elencati possono essere eseguiti con il supporto di pedane, elastici e step.
Se, poi, i nostri fisioterapisti si accorgono della presenza di anomalie biomeccaniche, possono suggerire al paziente di indossare specifiche scarpe ortopediche, in modo da correggere le anomalie e trovare sollievo immediato e duraturo.
La chirurgia è destinata solo ai casi in cui il trattamento conservativo si sia rivelato inefficace, oppure se sia stata identificata una causa specifica di intrappolamento del nervo. Si può procedere in modi diversi, ma solitamente il chirurgo esegue una nuova apertura e divide il legamento in modo che non eserciti più pressione sul nervo tibiale.
Dopo l’intervento chirurgico, ecco che torna in campo la fisioterapia: presso il Poliambulatorio D’Arpa di Palermo è possibile intraprendere percorsi di riabilitazione fisioterapica personalizzati e incentrati totalmente sulle caratteristiche del paziente, con l’obiettivo di garantirgli pronta guarigione e risultati immediati e duraturi.
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