Lesione della cuffia dei rotatori - Fisioterapia Palermo

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Lesione della cuffia dei rotatori

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La cuffia dei rotatori consiste in un complesso muscolo-tendineo composto da un gruppo di 4 tendini e dai relativi muscoli, cioè sovraspinoso, sottoscapolare, sottospinoso e piccolo rotondo; tutti sono incaricati di proteggere l’articolazione scapolo-omerale formando, appunto, una vera e propria cuffia che avvolge totalmente la testa dell’omero.

Di per sé, la cuffia dei rotatori ha un’importanza fondamentale, perché permette a ogni individuo di compiere i tipici movimenti di rotazione e sollevamento del braccio, oltre che di mantenere stabile l’articolazione della spalla.

Data l’ampia gamma di movimenti a suo carico, la cuffia dei rotatori della spalla è spesso soggetta a traumi e lesioni, che coinvolgono principalmente il muscolo sovraspinoso. Per fortuna, è possibile ottenere una diagnosi e intervenire tempestivamente onde evitare qualsiasi conseguenza spiacevole e dolorosa.

Tipologie di lesioni della cuffia dei rotatori

Le lesioni a carico della cuffia dei rotatori non sono tutte uguali; in primis, possono essere complete o parziali, a loro volta suddivise in:

Lesioni complete

  • piccole, con diametro fino a 3 centimetri;
  • medie, con diametro compreso tra 3 e 5 centimetri;
  • massive, con diametro superiore ai 5 centimetri.

Lesioni parziali

  • inferiori, superficie articolare;
  • superiori, superficie bursale;
  • intra-parenchimali.

In base alla tipologia e all’entità della lesione, è possibile adottare un approccio terapeutico mirato ad alleviare i sintomi, accelerare i tempi di guarigione ed evitare recidive.

Quali sono le cause delle lesioni della cuffia dei rotatori?

Le cause di una lesione alla cuffia dei rotatori può avere varia natura e, in particolare, può essere di origine traumatica o degenerativa:

  • carico eccessivo, che comporta il sollevamento di oggetti pesanti con un movimento a scatto;
  • stress articolare, che riguardano l’esecuzione ripetuta e continua degli stessi movimenti con la spalla che, alla lunga, stressano muscoli e tendini causandone la rottura. Si tratta di un trauma molto diffuso tra gli sportivi che praticano tennis, baseball, canottaggio o sollevamento pesi, così come tra coloro che svolgono attività lavorative usuranti, come il carpentiere e l’imbianchino;
  • traumi, come la caduta su un braccio teso o un movimento brusco e repentino che solleva la testa dell’omero, riduce lo spazio articolare e causa la rottura della cuffia;
  • degenerazione fisiologica, dovuta quindi all’invecchiamento che comporta un assottigliamento del tendine e, alla lunga, una lesione spontanea o a seguito di traumi/sforzi. Tra l’altro, con l’avanzare dell’età si riduce anche l’afflusso di sangue ai tendini, il che vuol dire che l’organismo non è più capace di riparare spontaneamente i danni a loro carico. Non solo, perché un’altra causa di lacerazione possono essere anche gli speroni ossei, cioè una crescita ossea sproporzionata sul lato inferiore dell’osso acromion: quando si sollevano le braccia, questi speroni sfregano sul tendine della cuffia dei rotatori (fenomeno dell’impingment della spalla) che, con il tempo, può provocare una vera e propria lesione.

Quali sono i sintomi di una lesione alla cuffia dei rotatori?

Quando la cuffia dei rotatori subisce una lesione il sintomo principale è, ovviamente, il dolore avvertito nella parte sia anteriore, che laterale della spalla che tende ad aumentare con il movimento. Solitamente, durante la notte diventa più intenso e può essere anche invalidante, tanto da spingere il paziente a ridurre notevolmente il movimento in generale per non soffrire. Insieme al dolore possono comparire altri sintomi come:

  • debolezza al braccio, che impedisce di svolgere anche le attività più semplici come pettinarsi o grattarsi la schiena;
  • spalla congelata, causata proprio dalla mancanza di movimento.

I sintomi vanno ascoltati attentamente e riferiti al medico specialista, in modo da ottenere una diagnosi tempestiva e iniziare subito con un eventuale trattamento.

Come si diagnostica una lesione alla cuffia dei rotatori?

Il primo passo da compiere per ottenere la diagnosi di lesione alla cuffia dei rotatori è sottoporsi all’esame obiettivo di un ortopedico: quest’ultimo, in base alle informazioni fornite dal paziente anche e soprattutto in merito alla sintomatologia, può fin da subito valutare la capacità di movimento e la forza, per poi richiedere i seguenti esami diagnostici:

  • radiografia, utile per escludere o accertare la presenza di speroni ossei ed eventuali calcificazioni;
  • ecografia, che permette di diagnosticare eventuali lesioni tendinee, retrazione del tendine e atrofia del muscolo;
  • risonanza magnetica, con la quale è possibile analizzare i tessuti molli di muscoli e tendini e stabilire sia l’entità, sia il punto esatto della lesione.

In base alla diagnosi ottenuta è possibile procedere con il trattamento più indicato.

Come si cura una lesione della cuffia dei rotatori?

Il modo migliore per trattare una lesione a carico della cuffia dei rotatori consiste nella prevenzione: se si lavora sullo squilibrio posturale e muscolare a livello dell’articolazione della spalla e se, negli sportivi, si modifica il movimento atletico allora è possibile ridurre l’usura dei tendini nel corso del tempo, prevenendo al meglio i rischi.

Quando, però, il processo di usura è già avviato e il dolore è già comparso, allora si tende solitamente a intervenire con un trattamento di tipo conservativo che prevede:

  • riposo, inteso come astensione da qualsiasi attività lavorativa e sportiva che possa aggravare la condizione e aumentare il dolore;
  • assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che aiutano a ridurre l’infiammazione, il dolore e l’eventuale edema articolare;
  • infiltrazioni di cortisone, particolarmente utili quando il dolore diventa eccessivo e invalidante.

Superata la prima fase, indubbiamente la più dolorosa, il paziente colpito da lesione della cuffia dei rotatori può iniziare un ciclo di esercizi fisioterapici con l’obiettivo di recuperare l’attività funzionale della spalla. A supporto subentrano anche numerose tecniche strumentali come la tecarterapia, la magnetoterapia, la laserterapia e la crioterapia; nello specifico, i benefici delle ultime due possono essere amplificati con la Chelt Therapy, adottata dagli specialisti del Poliambulatorio D’Arpa di Palermo. Si tratta di una terapia basata su un dispositivo appositamente progettato per aumentare temporaneamente la temperatura locale, con l’obiettivo di alleviare il dolore, rilassare i muscoli e accelerare il processo di guarigione. Il dispositivo Chelt è personalizzabile, il che permette al medico di impostare i parametri tenendo conto della patologia da trattare e delle esigenze del singolo paziente. I risultati, ampiamente apprezzati, garantiscono un miglior recupero dopo lesioni e infortuni.

Se il trattamento conservativo non porta i risultati sperati, allora è necessario ricorrere alla chirurgia, che può essere applicata seguendo 3 approcci differenti:

  • a cielo aperto, indicato quando la lesione è complessa o di grandi dimensioni; si incide la spalla e si stacca parzialmente il muscolo deltoide per poter raggiungere il tendine lacerato e ripararlo/sostituirlo. Nel corso dell’intervento è anche possibile rimuovere eventuali speroni ossei sull’acromion;
  • chirurgia mininvasiva, praticata attraverso piccole incisioni di circa 4 centimetri per riparare il tendine lesionato. Il chirurgo, in questo caso, utilizza strumenti artroscopici con i quali esegue, per esempio, l’acromionplastica. Questo tipo di approccio non lesiona in alcun modo il nervo ascellare e la cicatrice diventa praticamente invisibile dopo poche settimane;
  • artroscopia, che richiede piccole incisioni di circa 1 centimetro attraverso le quali il chirurgo riporta i tendini nella loro sede anatomica e li fissa all’osso con viti e fili. Consiste in una tecnica minimamente invasiva e quasi indolore, che riduce il sanguinamento e i tempi di guarigione.

Prima di procedere con l’intervento chirurgico, il medico esegue tutti gli accertamenti del caso, per sincerarsi che sia effettivamente la scelta migliore per il paziente.

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